Endometriosi, cos’e’ e cosa fare.
L’endometriosi è riconosciuta a livello nazionale ed internazionale come una delle principali cause di dolore pelvico cronico e di sterilità femminile.
In Italia le donne con diagnosi conclamata di endometriosi sono almeno 3 milioni; si stima inoltre che circa il 10% delle donne in Europa sia affetto da endometriosi, e che la genesi del 30%-40% dei casi di infertilità femminile sia riconducibile a tale patologia
Secondo alcuni studi il rischio di soffrire di endometriosi aumenterebbe per le ragazze le cui madri soffrono o hanno sofferto di endometriosi, suggerendo possa esserci una predisposizione anche genetica alla malattia.
La clinica è data soprattutto dal dolore pelvico, mestruale, ovulatorio o cronico. I noduli di endometriosi sono costituiti infatti da endometrio vero e proprio che, in quanto tale, è responsivo alle stimolazioni ormonali. Le diverse fasi del ciclo mestruale ne determinano quindi un ciclico ispessimento e sfaldamento, provocando periodiche reazioni infiammatorie e successive aderenze. La sintomatologia associata varia poi a seconda della localizzazione delle lesioni: disturbi urinari (disuria, ematuria) ed intestinali (dischezia, rettorragia, fino a vere e proprie occlusioni intestinali) non sono infrequenti. Possono essere riscontrate anche localizzazioni vaginali della malattia, spesso causa di dolore al rapporto sessuale. Più raramente invece vengono descritte lesioni endometriosiche a distanza, ad esempio a livello del diaframma o toraciche.
Quando la mucosa endometriale si approfondisce e si localizza nel miometrio invece, si parla di adenomiosi che è causa importante di dismenorrea, e può essere di difficile inquadramento diagnostico qualora si presenti in forma isolata.
La capacità degli impianti endometriosici di creare flogosi pelviche croniche con aderenze e il conseguente sovvertimento della normale anatomia pelvica, è responsabile anche dell’ alta percentuale dei casi di sterilità in queste pazienti, soprattutto per danno tubarico; è inoltre un fattore di rischio per l’instaurarsi di quadri infettivi pelvici sovraimposti ed è stato recentemente dimostrato come questo tessuto ectopico, attraverso il meccanismo della flogosi cronica, sia ad aumentato rischio di cancerizzazione. La diagnosi si avvale dell’esame clinico ginecologico, dell’ecografia pelvica e transvaginale, della RM, dell’esame laparoscopico.
Cardine terapeutico per il controllo e, in alcuni casi, per la regressione della malattia è la terapia ormonale, volta a sopprimere le cicliche fisiologiche fluttuazioni ormonali femminili, che sono la causa della progressione della malattia e quindi dei sintomi ad essa legati; l’approccio chirurgico si rende necessario per rimuovere lesioni profonde, circoscritte, o focolai aggredibili chirurgicamente con ottima risoluziobe della malattia. Sono tuttavia numerosi gli approcci di medicina convenzionale e non convenzionale che in maniera integrata offrono un’ adeguato aiuto alle pazienti affette da questa patologia.
La terapia va pertanto personalizzata e centrata sulle esigenze della paziente (età , progetto riproduttivo, sintomatologia, localizzazione delle lesioni) mettendo sempre la qualità di vita globale della donna al centro di ogni obiettivo terapeutico.
Dott. Mantuano Rosalbino
Specializzazione Ginecologia e Ostetricia
Visita presso Medicina Ravenna srl